La Fondazione Palmieri
In collaborazione con I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno
Presentano
John Hornik e Simone Franco in
ELECTRO POEMS: “ROTTO”
27 novembre 2019 – Fondazione Palmieri vicolo sotterranei – Lecce
Start ore 19,00

In
questa serata l’arte della sua voce si intreccia, in un sinuoso e
perfetto collage, con l’arte sonora minimal di John Hornik, la cui
texture si evolve autonomamente con una ripetitività costantemente
diversa, in un crescendo di tensione e dalle molteplici consistenze.
Come
squarci di pensiero, come pagine strappate da un libro e sparse senza
apparente senso sul pavimento del mondo, Simone e John ci fanno
assaporare ciò che un’improbabile connubio può generare tra poesia e
glossolalia, tra noto e ignoto, tra logico e illogico. La prima
performance leccese dell’americano John Hornik vede la sua musica
“elettro-astratta” amalgamarsi e fondersi con l’arte nobile della poesia
che solitamente fa di visioni e sentimenti le sue espressioni primarie.
La ritroviamo invece qui complemento perfetto di un’espressione
artistica al di là del sentimento umano, un connubio di voci e suoni
capace di attraversare ogni tempo ed ogni luogo.
Simone
Franco, uno delle più grandi voci attoriali salentine, interpreta con
grande stile e personalità poesie ricche di pathos e sentimento,
evolvendo attraverso una personale visione la sua voce, ora grave, ora
acuta, ora atona, che si districa inconsapevolmente attraverso strofe e
sonetti toccando a mano aperta il cuore di ogni ascoltatore.
John
Hornik - Nato e cresciuto a Chicago dove sin da giovane si appassiona a
musica e teatro, facendo di queste arti il suo punto di forza, un
marchio di fabbrica che lo condurrà sino a Los Angeles dove il suo
bagaglio artistico si arricchirà ancora di più. DJ, performer, autore e
compositore di musica senza né tempo né luogo, grafico e creatore di
immagini, statiche o in movimento che siano, dove linee e forme
geometriche astratte divengono uno studio e un’espressione del suo
essere, una ricerca costante di innovazione e originalità che
incuriosisce ed ipnotizza. Così come la sua musica, frutto di una
ricerca costante legata a doppio filo con il suo essere, la sua
identità. John Hornik riesce a distillare le sue varie esperienze
costruendo qualcosa che trapassa l’anima della società umana. I suoni
che ci fa ascoltare potrebbero essere un fruscio di elettroni, un ronzio
di voci, echi che risuonano nel corpo cavo del mondo. Si potrebbe
pensare che questi suoni provengano dalle nostre teste e forse avremmo
ragione.
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