COMUNICATO STAMPA
Spettacolo
teatrale
NEVE
di e con GIOVANNI BETTO
regia MIRKO ARTUSO
14 settembre 2019 ore 20:45
Tensostruttura c/o il borgo di Collalto
Via Morgante Seconda, 2 Collalto – Susegana (TV)
Neve, spettacolo di Giovanni Betto con la regia di Mirko Artuso e
distribuito da Luisa Trevisi.
Riconoscimenti: Quarto posto al Festival
di Teatro IN-BOX 2018 e spettacolo selezionato da Visionari Kilowatt Festival 2018;
Finalista Bando Ermo Colle 2019.
Si tratta di uno spettacolo intimo, delicato, percorso dalla voce
dell’anima di un nonno dato per disperso
nella campagna di Russia del gennaio 1943.
Dalle foto di
famiglia, e in particolare da quella del nonno disperso, scaturisce il
“dialogo” a una sola voce col nipote presente.
Sappiamo che il
dolore, se non elaborato, si tramanda ai viventi, continuando così nel suo
ostinato lavoro di rinnovo della sofferenza.
Ma se qualcuno
prende in mano quel dolore, ecco che la neve può sciogliersi alla vita, per una
nuova primavera.
21 gennaio 1943.
Ritirata di Russia. Neve. Tanta.
Nell’insensata
tragicità della guerra, un uomo, poi dato per disperso, fa la sua scelta fra la
vita e la morte.
Ma la sua scelta
segnerà il destino di molti.
Quest’uomo in
qualche maniera ritorna, come ombra portata dal vento del tempo. Ma l’eco di
quella scelta primigenia ha nel frattempo travolto prima una moglie, poi una
figlia, poi un nipote.
E il nipote, oggi,
esige risposte.
Un monologo/dialogo
che spoglia la guerra della sua storicità, per farne invece un paradigma della
condizione umana, fragile e illusoria. Ma anche una voce alta, che tutti noi,
in qualche modo nipoti, non vogliamo dimenticare. Una voce che grida
l’attaccamento alla vita, istintivo, viscerale e che ci invita a gioire, ad
amare e a inseguire il nostro essere di felicità. Per scioglierla la neve.
Tutta.
Le parole di Giovanni Betto:
Parlare di guerra
in realtà è un pretesto perché mi serve per dire qualcos'altro ... in realtà
quello che voglio io è parlare del dolore perché ho capito dalla mia storia
familiare e anche nel confronto con altre persone che il dolore se qualcuno non
lo prende in mano, non lo tratta, non lo risolve, non lo mastica, non lo
digerisce, il dolore resta, io non so spiegare perché resti però ho capito che
resta e resta non solo a chi l'ha provato in primis (mio nonno) ma resta a
tutti gli altri: è rimasto a mia nonna, è rimasto a mia mamma e, in qualche
modo, è rimasto anche a me.
E allora io un
giorno che mi sono stancato di avere queste cose in giro per casa ho pensato
visto che faccio l'attore "Ma magari ci scrivo una storia sopra"
Giovanni Betto: Attore e
formatore.
Giovanni Betto si è formato con diversi attori e
registi, fra cui Mirko Artuso, Andrea Pennacchi, Ramiro Besa, Giacomo Rossetto,
Anna Tringali, sulla drammaturgia col regista e drammaturgo Giorgio Sangati,
sulla commedia dell’arte con l’attore Fabrizio Paladin e il Teatro del Norte di
Oviedo, sull’uso della voce con la coach Chiara Veronese.
Ora si dedica al teatro, alla lettura scenica e alla
formazione sulla lettura espressiva.
Con Effetti Personali Teatro debutta nel 2010 con “Un
principe, una volpe, una rosa”, liberamente ispirato a “Il piccolo principe” di
Antoine de Saint-Exupéry e nel 2012 porta in scena il monologo “Una colomba”,
di Luciano Colavero, testo finalista al Premio Riccione, per la regia di
Vincenzo Ercole.
Nel 2016 è nel cast del film “Finché c’è prosecco c’è speranza”,
nelle sale dal 31 ottobre 2017, di Antonio Padovan, con Giuseppe Battiston,
Rade Serbedjia, Liz Solari, Roberto Citran, Silvia D’Amico.
Distribuzione dello spettacolo: Luisa Trevisi 347/8217393
trevisi.luisa@gmail.com
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