COMUNICATO
STAMPA
(con gentile preghiera di
pubblicazione)
Spettacolo
teatrale
NEVE
di e con GIOVANNI BETTO
regia MIRKO ARTUSO
26 ottobre 2019 ore 20:45
Teatro Del Seminario Vescovile di Vittorio Veneto
Largo Seminario, 2 – Vittorio Veneto (TV)
Neve, spettacolo di Giovanni Betto con
la regia di Mirko Artuso e distribuito da Luisa Trevisi.
Riconoscimenti:
Quarto posto al Festival di Teatro IN-BOX 2018 e spettacolo selezionato da Visionari
Kilowatt Festival 2018; Finalista Bando Ermo Colle 2019.
Il
ricavato sarà devoluto alla scuola dell'infanzia SINITE PARVULOS di Colle
Umberto.
Ingresso
Unico 10,00 euro. Prevendite: edicola GRILLO Via Caronelli 5 Colle Umberto o edicola
DA ROLD OSCAR Via Matteotti 116 Vittorio Veneto. Prenotazioni: 333/9541029
Si tratta di uno spettacolo intimo,
delicato, percorso dalla voce dell’anima di un nonno dato per disperso nella campagna di Russia del gennaio 1943.
Dalle
foto di famiglia, e in particolare da quella del nonno disperso, scaturisce il
“dialogo” a una sola voce col nipote presente.
Sappiamo
che il dolore, se non elaborato, si tramanda ai viventi, continuando così nel
suo ostinato lavoro di rinnovo della sofferenza.
Ma se qualcuno prende in mano quel dolore, ecco che la neve può sciogliersi
alla vita, per una nuova primavera.
21
gennaio 1943. Ritirata di Russia. Neve. Tanta.
Nell’insensata
tragicità della guerra, un uomo, poi dato per disperso, fa la sua scelta fra la
vita e la morte.
Ma
la sua scelta segnerà il destino di molti.
Quest’uomo
in qualche maniera ritorna, come ombra portata dal vento del tempo. Ma l’eco di
quella scelta primigenia ha nel frattempo travolto prima una moglie, poi una
figlia, poi un nipote.
E il nipote, oggi, esige risposte.
Un monologo/dialogo che spoglia la guerra della sua storicità, per farne
invece un paradigma della condizione umana, fragile e illusoria. Ma anche una
voce alta, che tutti noi, in qualche modo nipoti, non vogliamo dimenticare. Una
voce che grida l’attaccamento alla vita, istintivo, viscerale e che ci invita a
gioire, ad amare e a inseguire il nostro essere di felicità. Per scioglierla la
neve. Tutta.
Le parole di Giovanni Betto:
Parlare
di guerra in realtà è un pretesto perché mi serve per dire qualcos'altro ... in
realtà quello che voglio io è parlare del dolore perché ho capito dalla mia
storia familiare e anche nel confronto con altre persone che il dolore se
qualcuno non lo prende in mano, non lo tratta, non lo risolve, non lo mastica,
non lo digerisce, il dolore resta, io non so spiegare perché resti però ho
capito che resta e resta non solo a chi l'ha provato in primis (mio nonno) ma
resta a tutti gli altri: è rimasto a mia nonna, è rimasto a mia mamma e, in
qualche modo, è rimasto anche a me.
E allora io un giorno che mi sono stancato di avere queste cose in giro per
casa ho pensato visto che faccio l'attore "Ma magari ci scrivo una storia
sopra"
Giovanni Betto: Attore e formatore.
Giovanni Betto si è formato con diversi
attori e registi, fra cui Mirko Artuso, Andrea Pennacchi, Ramiro Besa, Giacomo
Rossetto, Anna Tringali, sulla drammaturgia col regista e drammaturgo Giorgio
Sangati, sulla commedia dell’arte con l’attore Fabrizio Paladin e il Teatro del
Norte di Oviedo, sull’uso della voce con la coach Chiara Veronese.
Ora si dedica al teatro, alla lettura
scenica e alla formazione sulla lettura espressiva.
Con Effetti Personali Teatro debutta nel
2010 con “Un principe, una volpe, una rosa”, liberamente ispirato a “Il piccolo
principe” di Antoine de Saint-Exupéry e nel 2012 porta in scena il monologo
“Una colomba”, di Luciano Colavero, testo finalista al Premio Riccione, per la
regia di Vincenzo Ercole.
Nel
2016 è nel cast del film “Finché c’è
prosecco c’è speranza”, nelle sale dal 31 ottobre 2017, di Antonio Padovan,
con Giuseppe Battiston, Rade Serbedjia, Liz Solari, Roberto Citran, Silvia
D’Amico.
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