domenica 20 ottobre 2019

NEVE di e con GIOVANNI BETTO regia MIRKO ARTUSO

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COMUNICATO STAMPA
(con gentile preghiera di pubblicazione)
Spettacolo teatrale
NEVE
di e con GIOVANNI BETTO
regia MIRKO ARTUSO
26 ottobre 2019 ore 20:45

Teatro Del Seminario Vescovile di Vittorio Veneto

Largo Seminario, 2 – Vittorio Veneto (TV)

Neve, spettacolo di Giovanni Betto con la regia di Mirko Artuso e distribuito da Luisa Trevisi.
Riconoscimenti: Quarto posto al Festival di Teatro IN-BOX 2018 e spettacolo selezionato da Visionari Kilowatt Festival 2018; Finalista Bando Ermo Colle 2019.
Il ricavato sarà devoluto alla scuola dell'infanzia SINITE PARVULOS di Colle Umberto.
Ingresso Unico 10,00 euro. Prevendite: edicola GRILLO Via Caronelli 5 Colle Umberto o edicola DA ROLD OSCAR Via Matteotti 116 Vittorio Veneto. Prenotazioni: 333/9541029
Si tratta di uno spettacolo intimo, delicato, percorso dalla voce dell’anima di un nonno dato per disperso nella campagna di Russia del gennaio 1943.
Dalle foto di famiglia, e in particolare da quella del nonno disperso, scaturisce il “dialogo” a una sola voce col nipote presente.
Sappiamo che il dolore, se non elaborato, si tramanda ai viventi, continuando così nel suo ostinato lavoro di rinnovo della sofferenza.
Ma se qualcuno prende in mano quel dolore, ecco che la neve può sciogliersi alla vita, per una nuova primavera.
21 gennaio 1943. Ritirata di Russia. Neve. Tanta.
Nell’insensata tragicità della guerra, un uomo, poi dato per disperso, fa la sua scelta fra la vita e la morte.
Ma la sua scelta segnerà il destino di molti.
Quest’uomo in qualche maniera ritorna, come ombra portata dal vento del tempo. Ma l’eco di quella scelta primigenia ha nel frattempo travolto prima una moglie, poi una figlia, poi un nipote.
E il nipote, oggi, esige risposte.
Un monologo/dialogo che spoglia la guerra della sua storicità, per farne invece un paradigma della condizione umana, fragile e illusoria. Ma anche una voce alta, che tutti noi, in qualche modo nipoti, non vogliamo dimenticare. Una voce che grida l’attaccamento alla vita, istintivo, viscerale e che ci invita a gioire, ad amare e a inseguire il nostro essere di felicità. Per scioglierla la neve. Tutta.
Le parole di Giovanni Betto:
Parlare di guerra in realtà è un pretesto perché mi serve per dire qualcos'altro ... in realtà quello che voglio io è parlare del dolore perché ho capito dalla mia storia familiare e anche nel confronto con altre persone che il dolore se qualcuno non lo prende in mano, non lo tratta, non lo risolve, non lo mastica, non lo digerisce, il dolore resta, io non so spiegare perché resti però ho capito che resta e resta non solo a chi l'ha provato in primis (mio nonno) ma resta a tutti gli altri: è rimasto a mia nonna, è rimasto a mia mamma e, in qualche modo, è rimasto anche a me.
E allora io un giorno che mi sono stancato di avere queste cose in giro per casa ho pensato visto che faccio l'attore "Ma magari ci scrivo una storia sopra"
Giovanni Betto: Attore e formatore.
Giovanni Betto si è formato con diversi attori e registi, fra cui Mirko Artuso, Andrea Pennacchi, Ramiro Besa, Giacomo Rossetto, Anna Tringali, sulla drammaturgia col regista e drammaturgo Giorgio Sangati, sulla commedia dell’arte con l’attore Fabrizio Paladin e il Teatro del Norte di Oviedo, sull’uso della voce con la coach Chiara Veronese.
Ora si dedica al teatro, alla lettura scenica e alla formazione sulla lettura espressiva.
Con Effetti Personali Teatro debutta nel 2010 con “Un principe, una volpe, una rosa”, liberamente ispirato a “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry e nel 2012 porta in scena il monologo “Una colomba”, di Luciano Colavero, testo finalista al Premio Riccione, per la regia di Vincenzo Ercole.
Nel 2016 è nel cast del film “Finché c’è prosecco c’è speranza”, nelle sale dal 31 ottobre 2017, di Antonio Padovan, con Giuseppe Battiston, Rade Serbedjia, Liz Solari, Roberto Citran, Silvia D’Amico.
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