venerdì 1 febbraio 2019

GINETTACCIO storia di un uomo giusto

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COMUNICATO STAMPA

Reading teatrale
GINETTACCIO
storia di un uomo giusto
di e con GIOVANNI BETTO e PAOLO PERIN
03 febbraio 2019 ore 17:00

Centro Polifunzionale Via Andrea Palladio Vidor (TV)

Organizzato dal Comune di Vidor in collaborazione con Luisa Trevisi un nuovo spettacolo sulla Giornata della Memoria: GINETTACCIO, storia di un uomo giusto; di e con Giovanni Betto e Paolo Perin.
In occasione della giornata della memoria, è ricorrente la messa in scena di storie legate al dramma dell’olocausto.
In “Ginettaccio”, spettacolo scritto a quattro mani da Paolo Perin e Giovanni Betto, si vuole raccontare come nei momenti più bui della storia, anche se fievole, rimane accesa la fiammella della compassione umana grazie a donne e uomini giusti.
Partendo dal racconto dell’infanzia e dell’ascesa sportiva di Gino Bartali si arriva a raccontare la storia (sconosciuta fino alla sua morte) del suo straordinario e silenzioso lavoro, speso per salvare la vita di decine di ebrei.
Lo spettacolo è intenso e leggero e dipinge con tinte dolci una semplice e straordinaria vicenda, di un uomo straordinario e semplice.
In Ginettaccio la straordinaria storia del ciclista toscano, viene recitata e cantata con tinte leggere e poetiche, intrecciando vicende sportive e umane e raccontando il complesso contesto storico degli anni quaranta del secolo scorso. Viene raccontata la sua straordinaria storia non tanto mettendolo in scena in prima persona, ma raccontandola attraverso la voce di Giorgio Goldenberg, ebreo, che durante la guerra era ancora un ragazzino e se ne stava nascosto nella cantina di una delle case di Gino Bartali, insieme ai genitori e alla sorella più piccola.
La parola agli autori:
Giovanni Betto: “Da 9 anni portiamo in giro "La notte" di Elie Wiesel, ma sia io, sia Paolo, stavolta volevamo fare una svolta di 180 gradi: non più parlare del male, bensì volgersi al bene. Nella convinzione che volgere lo sguardo al bene sia più fecondo che concentrarsi sul male. E allora abbiamo cercato una storia, forte, che andasse in quella direzione. E abbiamo incontrato Gino.”
Durante gli anni del secondo conflitto mondiale il regime fascista inizia la persecuzione nei confronti degli ebrei italiani e porta l’Italia intera nel buio più nero della guerra. Donne e uomini giusti, tra i quali Gino Bartali tennero viva la compassione umana e in svariati modi traghettarono il paese intero verso un nuovo e lungo periodo di pace.
Paolo Perin: “Dopo anni di spettacolo che parla dell’orrore dei campi di concentramento volevamo affrontare la stessa questione però da un lato diverso, da un lato che mettesse in evidenza la corresponsabilità in tutta questa vicenda del popolo italiano e anche che la analizzasse un po’ dalla parte di coloro che hanno tenuto la speranza accesa: la speranza che si poteva ripartire in un modo diverso per un periodo di pace. E Bartali è stato uno di questi. Noi pensiamo sia un messaggio che valga anche per adesso che siamo in un periodo un po’ conflittuale, c’è bisogno di gente che non si schieri con le bandiere ma che abbia sempre al centro la compassione tra gli uomini.”


Giovanni Betto: Attore e formatore.
Giovanni Betto si è formato con diversi attori e registi, fra cui Mirko Artuso, Andrea Pennacchi, Ramiro Besa, Giacomo Rossetto, Anna Tringali, sulla drammaturgia col regista e drammaturgo Giorgio Sangati, sulla commedia dell’arte con l’attore Fabrizio Paladin e il Teatro del Norte di Oviedo, sull’uso della voce con la coach Chiara Veronese.
Ora si dedica al teatro, alla lettura scenica e alla formazione sulla lettura espressiva.
Con Effetti Personali Teatro debutta nel 2010 con “Un principe, una volpe, una rosa”, liberamente ispirato a “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry e nel 2012 porta in scena il monologo “Una colomba”, di Luciano Colavero, testo finalista al Premio Riccione, per la regia di Vincenzo Ercole.
Nel 2016 è nel cast del film “Finché c’è prosecco c’è speranza”, nelle sale dal 31 ottobre 2017, di Antonio Padovan, con Giuseppe Battiston, Rade Serbedjia, Liz Solari, Roberto Citran, Silvia D’Amico.
Paolo Perin
da circa vent’anni non ha più vent’anni e suole definirsi "Cantastorie".
Soffia, pizzica e percuote armoniche, chitarra e piccoli ammennicoli e per l’appunto racconta storielle di funamboli in cielo, minatori pittori, decantatrici di oroscopi, meccanici prodigio, becchini che ballano e di tanti altri eroi antieroi…
Ha fatto parte delle Paludi Magiche dal 1995 al 1999 e dal 2000 è una delle quattro colonne portanti de "I Lunatici" gruppo famosissimo soprattutto ad Oslo.
Nel 2009 incontra (artisticamente) l'amico e attore Giovanni Betto, con cui mette in scena:
- "La Notte", di Elie Wiesel, in memoria dell'Olocausto
- “Libera nos a Malo” di Luigi Meneghello assieme a Betto e Marina De Carli
- “L’ammmore” reading musicale che parla appunto di ammmore
- “La crisi” reading musicale sui difficili giorni d’oggi
- “Rigore è quando arbitro fischia” reading musicale sul mirabolante mondo del giuoco del calcio.
Nel 2015 nascono i “Calzini Clandestini” (Paolo Perin voce, chitarra, armonica – Nicola De Pellegrin Chitarra e voce – Mattia Magatelli contrabbasso e basso elettrico – Paolo Callegaro batteria) che suonano le canzoni scritte da Paolo Perin.
A Marzo 2017 è uscito il loro primo disco “Case chiuse”
Distribuzione dello spettacolo: Luisa Trevisi 347/8217393 trevisi.luisa@gmail.com

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