venerdì 30 marzo 2018

Rassegna Stampa del 30/03/2018 Prima Edizione

- Uffici di presidenza, travaso di voti da Forza Italia al Pd e dalla Lega ai 5 stelle. Di Maio: “Così vitalizi senza scampo”.
Segni di intesa in Parlamento durante l'elezione dell'ufficio di presidenza di Montecitorio. Il Carroccio decide di sostenere il candidato dei 5 stelle, mentre, come risulta a ilfatto.it, Pd e Forza Italia provano l'accordo. In contemporanea, nell'elezione dei vice il dem Rosato ottiene 34 voti in più (e in contemporanea ne perde il leghista Fontana). Di Maio esulta.

- Ex spia russa avvelenata, Mosca risponde a Usa e Ue: “Espelliamo 150 diplomatici”. Chiuso consolato di San Pietroburgo.
La reazione della Russia alla mossa dei Paesi occidentali dopo il caso Skripal, l'ex spia avvelenata in Gran Bretagna. Il ministro degli Esteri Lavrov annuncia "provvedimenti speculari" nei confronti degli Stati Uniti e degli altri Paesi occidentali. La replica dell'amministrazione Trump: "Non c'è alcuna giustificazione, Mosca non faccia la vittima".

- Francia, Sarkozy incriminato per nuovo caso di corruzione. Cercò di comprare magistrato per avere notizie riservate.
L'ex presidente francese avrebbe tentato di influenzare i giudici che stavano indagando sui sospetti finanziamenti illeciti alla sua campagna elettorale. La scorsa settimana era stato fermato per la vicenda dei soldi ricevuti da Mohammad Gheddafi per la campagna del 2007.

- Roma Metropolitane verso il fallimento: l’ad non firma la convenzione con il Campidoglio per ripianare le perdite.
Il numero uno, nominato nel dicembre 2016 da Virginia Raggi, chiede da mesi una ricapitalizzazione. E avrebbe definito “altamente svantaggiosi per la società” i criteri stringenti imposti dal Dipartimento Mobilità, in base ai quali i soldi verrebbero versati solo "alla presentazione di regolare fattura, a titolo di compenso per tutte le attività dell’azienda in qualità di prestatrice del servizio richiesto".

- Investimenti in Iran, il blitz di Padoan da 5 miliardi di euro.
Il prossimo governo rischia di partire con due alleati dell’Italia piuttosto irritati: gli Stati Uniti e, soprattutto, Israele. Colpa di un decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri che è pronto per la firma del premier Paolo Gentiloni, redatto dal ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan che in queste settimane sta facendo di tutto per farlo approvare prima del cambio di esecutivo. Il decreto, che non ha bisogno di passare dal Parlamento, attua un articolo della legge di Stabilità 2018 sulla garanzia statale di 5 miliardi per le imprese che investono in Iran.

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