giovedì 22 febbraio 2018

Ma quante armi ci sono nelle nostre case?

Ma quante armi ci sono nelle nostre case?

attentato florida c afpdi Elisa Murgese e Elisabetta Tola
Le stime dello Small Arms Survey restano il più accurato studio di settore. Ecco i dati degli Stati Uniti, feriti dall'ennesima strage in una scuola, in Florida. E l'Italia? Impossibile avere delle cifre certe, ma le cifre su porto d'armi e licenze di caccia ci aiutano nella ricostruzione
Nuova sparatoria in una scuola americana, questa volta alla Stoneman Douglas High School in Florida. Ancora un bilancio provvisorio delle vittime, perché ci sono 17 persone morte ma decine di feriti tra cui alcuni molto gravi. E ancora una volta la dinamica è quella di un ragazzo, in questo caso un ex studente di 19 anni precedentemente espulso dalla stessa scuola, che entra armato e apre il fuoco. Prevedibile? Forse no, se per previsione immaginiamo la capacità di individuare il momento preciso e la dimensione di un evento. Ma certamente, nel contesto americano, purtroppo questa sta diventando una storia già letta, sentita, vissuta decine e decine di volte. A novembre scorso, dopo la sparatoria in Texas, il New York Times pubblicava un lungo articolo dal titolo “What Explains U.S. Mass Shootings? International Comparisons Suggest an Answer” in cui, dati alla mano, si delinea un quadro che lascia poco all’immaginazione. Un Paese dove esiste un mercato interno delle armi così florido e poco controllato da consentire a chiunque di comprare un’arma al supermercato addirittura più facilmente che non una lattina di birra (l’età minima per acquistare alcolici è di 21 anni, per le armi non c’è limite in alcuni stati e in altri è tra i 16 e i 18 anni) non ha certamente fatto nulla nella direzione della prevenzione e gestione delle morti violente per arma da fuoco. In molti si chiedono, dice il quotidiano americano, la ragione della quantità di sparatorie e uccisioni di massa negli Stati Uniti. E le regioni addotte sono tante: “Forse, qualcuno dirà, perché la società americana è particolarmente violenta. O sono le discriminazioni razziali che hanno allentato i legami sociali. O perché non c’è una vera e adeguata assistenza sanitaria che si prenda cura della salute mentale dei cittadini. Queste spiegazioni hanno tutte una cosa in comune: anche se sembrano ragionevoli sono state dimostrate false dalla ricerca condotta in varie parti del mondo. Tutta la ricerca fatta, ed è ormai molta, arriva sempre alla stessa conclusione. L’unica variabile che spiega l’alto tasso di sparatorie di massa negli Stati Uniti è la presenza di un numero astronomico di armi.”
 Il New York Times si riferisce alle ricerche e alle analisi fatte con dati da più paesi da Adam Lankford, del Department of Criminal Justice all’Università dell’Alabama che sul tema ha pubblicato diversi lavori. Dati confermati da un metastudio, pubblicato nel 2016 su Epidemiologic Reviews da Julian Santaella Tenorio della Columbia University che ha analizzato oltre 130 studi fatti in più di 10 paesi diversi. Tutti i dati, che spaziano in un periodo di tempo tra il 1950 e il 2014, dimostrano che la applicazioni di leggi restrittive sull’acquisto delle armi è strettamente correlato con la riduzione delle morti per arma da fuoco, sia in famiglia che in situazioni collettive e di massa.

Quante armi ci sono nei paesi del mondo e in Italia
Tra i 4 e i 10 milioni di armi da fuoco. Questo il numero più accreditato di armi in Italia secondo lo Small Arms Survey, un rapporto che, pur risalendo ben a dieci anni fa, resta il più accurato studio di settore, come cita anche il New York Times nell’articolo di cui sopra. Talmente tanto tempo che, dovendo fare riferimento a numeri così datati, viene da pensare che la vera notizia sia l’assenza di certezze e di studi recenti sul numero di armi in Italia. Nel report americano, esce il ritratto del Belpaese come di un pesce piccolo, soprattutto se paragonato alle 270 milioni di armi da fuoco diffuse sul territorio americano. Negli Stati Uniti, infatti, già nel 2007 circolavano circa 90 armi ogni 100 persone, più che in Yemen (55%), Svizzera (46%) e Finlandia (45%). Il numero di armi personali possedute negli Usa non ha eguale nel resto del mondo, e si basa su un tessuto sociale che vede il diritto di possedere una pistola scritto nero su bianco sulla Costituzione a stelle e strisce.

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