mercoledì 18 ottobre 2017

STORIA DI MOHAMED: DALLA GUERRA AL CAMPO DI PALLACANESTRO

La storia di Mohamed Sissoko dimostra come possano nascere passioni e percorsi comuni da condividere con chi scappa da guerre, fame e terrore. Mohamed è nato 24 anni fa in un villaggio vicino Gao, nel nord-est del Mali a metà strada fra Niger e Algeria, e negli scorsi giorni ha ottenuto il permesso di soggiorno per motivi umanitari. Nel 2013 le milizie jihadiste fanno reclutamento intorno a Gao, una delle principali città del Mali. Momo viene scelto, ma scappa dal campo e fugge dal Paese, prima in Algeria e poi in Libia. Un lungo viaggio per arrivare in Italia, passando dalle prigioni libiche. Arriva in Italia a bordo di uno scafo di fortuna all’inizio del 2015, dopo quasi due anni di viaggio.

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TORTURA, L’EGITTO BLOCCA IL SITO DI HUMAN RIGHT WATCH

L’Egitto ha bloccato il sito di Human Rights Watch, dopo la pubblicazione di un dossier sulla tortura sistematica nelle carceri del Paese.
Secondo l’organizzazione, sotto il comando del presidente Abdel Fattah al-Sisi, le forze di polizia regolare e i funzionari della Sicurezza nazionale dell’Egitto sottopongono regolarmente a tortura i detenuti politici, facendo ricorso a varie tecniche come pestaggi, scosse elettriche, posizioni stressanti, e talvolta stupro.

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Rifiuti, le ceneri mai smaltite di Enel vendute anche a Italcementi: ‘Limitate quantità’. Il pm: ‘Può perdere resistenza’



Gli oltre 2,5 milioni di tonnellate di ceneri provenienti anche dalla combustione di olio denso e gasolio - secondo la procura salentina che indaga su 31 manager - avrebbero dovuto essere smaltiti perché "contaminati da sostanze pericolose" come nichel, vanadio e ammoniaca: erano un rifiuto e non potevano essere utilizzate per la produzione di cemento. Ma sono state vendute a tre stabilimenti italiani e anche all'estero.

Amianto sulle navi, per i pm più marinai morti che nelle guerre degli ultimi 20 anni. Ma dalla politica solo mezze verità

Il libro inchiesta dei giornalisti Lino Lava e Giuseppe Pietrobelli ricostruisce i ritardi e i silenzi della Marina militare sull'uso della fibra killer nelle imbarcazioni. Tre ministri si sono nascosti dietro dichiarazioni di facciata, mentre gli ammiragli imputati nei processi continuano a non mettere piede in aula. Come se questa storia non esistesse, nonostante i 600 morti, un procedimento finito in prescrizione, un altro in corso e un filone d’indagine in fase istruttoria.

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